Sembra destinato a chiudersi in bellezza, il 2015. La prudenza è ancora d’obbligo, ma dai dati dell’indagine congiunturale realizzata dall’Ufficio studi di Acimall per il terzo trimestre 2015 emergerebbe parecchia positività. Infatti, nel periodo luglio-settembre, le tecnologie italiane per il legno hanno registrato una nuova crescita degli ordini, ribadendo per il terzo trimestre consecutivo l’ottimismo dei mercati. L’indagine rivela un aumento del 7,2 per cento degli ordini rispetto allo stesso periodo del 2014 (eravamo a quota più 5,3 per cento nel trimestre precedente rispetto all’aprile-giugno dello scorso anno). Crescono del 6,9 per cento (sempre sullo stesso periodo dell’anno precedente) gli ordini dei mercati esteri, mentre per il mercato italiano la crescita raggiunge quota 12,5 per cento, contro il meno 11,9 per cento del trimestre precedente. A differenza dal recente passato, dunque, questa volta possiamo segnalare con malcelata soddisfazione la crescita a due cifre del mercato nazionale, un dato che potrebbe avere sviluppi ancora più rilevanti per le industrie del settore alla luce dei “superammortamenti” definiti dalla legge di Stabilità e dei benefici effetti che dovrebbero innescare per gli ultimi mesi dell’anno. Un trend molto positivo, confermato da tutti i comparti della meccanica strumentale, che hanno chiuso il terzo trimestre 2015 con indicazioni di crescita sostenuta. Il carnet ordini viene valutato dal campione statistico attorno ai 2,9 mesi (2,8 nell’indagine relativa al trimestre precedente); l’aumento dei prezzi dall’inizio dell’anno si attesta a quota 0,6 per cento. Secondo il 32 per cento del campione intervistato da Acimall nel prossimo periodo cresceranno ancora gli ordini dall’estero, ritenuti stabili dal 63 per cento e in diminuzione dal 5 per cento (saldo pari a 27).
Sul mercato interno previsioni in ribasso per il 16 per cento e stabilità per il 68 per cento, mentre il 16 per cento degli intervistati è più ottimista e scommette su una crescita (saldo pari a 0). L’indagine qualitativa sull’andamento del periodo mette in luce che il 32 per cento delle imprese intervistate indica un trend della produzione positivo (erano il 57 per cento tre mesi fa), mentre il 52 per cento prevede un periodo di stabilità e il 16 per cento un calo. Stabili le sensazioni a livello di occupazione (il 63 per cento non prevede variazioni, il 21 per cento una crescita, il 16 per cento una diminuzione). Giacenze in aumento per l’11 per cento degli intervistati, stabili per il 68, in flessione per il rimanente 21 per cento.